tag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post2292881143519621168..comments2024-03-03T21:03:22.671+01:00Comments on WILFING ARCHITETTURA: 0081 [OLTRE IL SENSO DEL LUOGO] Off topic 'Città come stati d'animo' di Nicola PerchiazziSalvatore D'Agostinohttp://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comBlogger10125tag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-13796329463965772002010-10-14T11:42:28.146+02:002010-10-14T11:42:28.146+02:00---> Emanuele,
ottima idea.
Concentriamoci (oss...---> Emanuele,<br />ottima idea.<br />Concentriamoci (osservando ciò che avviene fuori dal nostro piccolo mondo) sul nostro piccolo mondo.<br />Credo che sia urgente recuperare il nostro senso civico semplicemente abitando meglio i nostri spazi (iniziamo a suonare).<br />Buona giornata,<br />Salvatore D’AgostinoSalvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-6523379977256298362010-10-14T11:37:09.275+02:002010-10-14T11:37:09.275+02:00---> Nicola,
non bisogna trascurare che dietro ...---> Nicola,<br />non bisogna trascurare che dietro le definizioni ‘estetiche’ o ‘antiestetiche’ dell’architettura vista dagli architetti ci sono entità che producano cultura e identità (anche all’interno dell’etnia Sinti potrebbe nascere il campione del mondo Pirlo).<br />Concordo serve abbandonare l’ottica del geometra e aggiungerei del geometra-architetto e del geometra-ingegnere, per iniziare a progettare rispettando le diverse distopie identitarie.<br />Evitando le città in stile ‘architetto’ o in stile ‘politico’ o in stile ‘imprenditore dominante’ o peggio in stile ‘depliant’.<br />L’architetto di oggi deve saper costruire la complessità.<br />Saluti,<br />Salvatore D’AgostinoSalvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-11201637957535350792010-10-14T01:04:52.494+02:002010-10-14T01:04:52.494+02:00@ Nicola
Le ultime tendenze della disciplina della...@ Nicola<br />Le ultime tendenze della disciplina della psicologia sono quasi invasioni di campo della sociologia e se questo è giusto e innegabile, ho l'impressione che si rischi di perdere di vista il singolo, la persona in carne ed ossa, per affogare tutto nelle colpe della società, che in fin dei conti non sono colpe di nessuno...<br />Seguendo l'invito di Salvatore, credo che dovremmo iniziare a parlare dei luoghi che viviamo, invece di fare grandi costruzioni teoriche. Io avevo iniziato sul mio blog, con una serie intitolata "le mie città", in cui mi ripromettivo di descrivere, con 30 righe al massimo, quel che mi è rimasto delle città in cui ho vissuto. Ricomincerò questo filone: come diceva Zappa ai chitarristi chiaccheroni: "suona e basta!"emanuele papahttps://www.blogger.com/profile/12638867363244407921noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-11806952861095460962010-10-13T09:50:46.248+02:002010-10-13T09:50:46.248+02:00"L’uomo decontestualizzato è semplicemente ca..."L’uomo decontestualizzato è semplicemente carne da macello mediatico. L’orco abita le favole non la villetta (new town post anni 60’ in stile italiano) di Avetrana." Vero. Ma anche (e non è il 'ma anche' di Veltroni né lo 'smart anche' di Feltri): "Il mare e i muri di quei casermoni, sotto il sole rovente del mese di giugno, sembravano la vita e la morte che si urlano contro. Non c'era niente da fare: via Stalingrado, per chi non ci viveva, vista da fuori, era desolante. di più: era la miseria." (da Acciaio). Sì, Stalingrado, come metafora dell'architettura 'moderna' (sia i 'casermoni' sia le villette para-new-town, col nanetto e le veline, meglio, o peggio, le velone), è l'emblema del mal-di-vivere d'oggi: la 'platitude', la piattezza. Se non c'è gerarchia o varietà di 'punti fissi' e 'visuali' (nodi, snodi, 'segni' ipergrafici e non, portici, piazze, emergenze e dissonanze, 'crescent' e 'decrescent', architettura 'disegnata' e 'disegno urbano', consonanze e dissonanze tra quartieri e all'interno dello stesso quartiere: insomma l'ossimoro e la coerente incoerenza che a qualcuno non piace), la desolazione e la miseria ("il deserto che cresce") non saranno solo fuori, ma anche 'dentro' (e "guai a chi ha il deserto dentro!"). <br />Insomma, come ben Wilfling (e non solo) 'declama': c'è bisogno, non solo di architettura 'nuova', ma anche di urbanistica 'nuova': bisogna abbandonare, definitivamente, l'ottica del 'geometra' (senza offesa) e anche dell''ingegnere' (idem, fosse anche 'architetto') e recuperare quella dell'arke-tekne a tutto tondo (artista, sociologo, psicologo...: la 'politeia' e 'politekne', insomma).<br />Saluti<br />Nicola Perchiazzidal caos la stella danzantehttp://stelladanzante-nike.blogspot.com/noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-85699694895143672942010-10-12T10:46:39.060+02:002010-10-12T10:46:39.060+02:00---> Nicola,
viviamo quotidianamente la nostra ...---> Nicola,<br />viviamo quotidianamente la nostra ‘città-campagna’ in un caos regolato.<br />Resta in sospeso chi sia il burattinaio se Dio o il numero o forse niente di trascendentale.<br />La parola, l’immagine, il commento diventa inutile fuori dal contesto.<br />L’uomo decontestualizzato è semplicemente carne da macello mediatico.<br />L’orco abita le favole non la villetta (new town post anni 60’ in stile italiano) di Avetrano.<br />Saluti,<br />Salvatore D’AgostinoSalvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-78058019957422360662010-10-12T10:21:05.256+02:002010-10-12T10:21:05.256+02:00--->Emanuele,
rimanendo sul filo del discorso d...--->Emanuele,<br />rimanendo sul filo del discorso di Pechiazzi, ciò che mette in crisi è proprio il “discorso coerente”.<br />Credo che sia arrivato il momento di attraversare i nostri luoghi.<br />Distruggendo in toto questo decennio affidato alle parole ‘contenitori’ (globalizzanti e vuote).<br />Abbiamo bisogno di una nuova grammatica non ‘semplificatrice’ ma ‘complessa’.<br />Abbiamo la maturità di creare un sano cortocircuito tra New York (che con sottile ironia viene citato da un outsider della cultura italiana Julius Evola) e Avetrana.<br />Per capire - attraverso quest’artificio - che la società liquida di Zygmunt Bauman è una teoria senza senso, i non-luoghi di Marc Augè è uno scritto per chi ha la sindrome da jet lag, la periferia un espediente giornalistico-politico e iniziare a osservare il lato ‘B’ (distopia) dei luoghi in cui viviamo.<br />Il lato ‘A’ rappresenta la superficie e la grammatica dei luoghi comuni.<br />È un male abitare i ‘luoghi comuni’ (nei due sensi).<br /><br />Perché non iniziamo a parlare dei luoghi in cui viviamo?<br /><br />Saluti,<br />Salvatore D’AgostinoSalvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-28794635310742590642010-10-12T09:36:42.915+02:002010-10-12T09:36:42.915+02:00Per Emanuele: è chiaro che il mio è un discorso &#...Per Emanuele: è chiaro che il mio è un discorso 'aperto', per cui non ho detto la parola 'fine' alla contrapposizione (o 'dialogo') tra città e campagna. Il mio era solo un 'aprire' varie finestre su 'cortili', 'strade' e 'piazze' che ciascuno avrebbe poi esplorato per conto suo. Non c'è quindi 'criminalizzazione' o 'demonizzazione' né della città né della campagna, ma una traccia di 'ricerca' (anche con una lettura 'multilivello' o 'stratificata', o solo accennata, come ha ben compreso Salvatore). Ai lettori il resto (o la palla o il testimone). <br />Sotto questa luce c'è coerenza, o coesione, sia pur 'tesa' (o sottesa, ipertesa, fai tu). Certo, il 'male' (ma anche il 'demone' - nel senso di daimon) è dentro di noi, ma il contesto (o l'assenza di contesto sociale, come è stato ben rilevato nel caso di 'zio Michele') influisce notevolmente. Ogni uomo non è un'isola... E infatti, anche nell'ambito della psicologia, a partire dalla Gestalt (anche urbana, v. Kevin Lynch) per finire all'attuale PNL, non s'indaga più tanto all'interno dei singoli conflitti individuali - la 'vecchia' analisi o autoanalisi - quanto nell'ambito relazionale (sistemico), ossia si è passati dal 'mondo proprio' all''essere-con' e all''essere-nel-mondo': insomma, dal monismo uomo (e donna) indipendenti dal contesto al sistema (relazionale - cibernetico) uomo-contesto. In definitiva, lo stesso uomo, con la stessa 'legione' dentro (la folla delle 'subpersonalità' - cfr. Assagioli, Gurdjieff, R. D. Laing, lo stesso massmediologo Raffaele Morelli), agisce in modo ben diverso se vive in un ghetto, in un grattacielo, in campagna o in una magione hollywoodiana. Certo, ogni difficoltà è un'opportunità... <br />Saluti<br />Nicola Perchiazzidal caos la stella danzantehttp://stelladanzante-nike.blogspot.com/noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-48264859836428308782010-10-11T15:29:43.335+02:002010-10-11T15:29:43.335+02:00"ogni ossimoro è una risorsa in più": la..."ogni ossimoro è una risorsa in più": la mia impressione su questo post è che ci sia tanta carne al fuoco, tante cose dette e subito contraddette. Se da una parte questa è una ricchezzza del testo, dall'altra ne è anche il suo punto debole: non si capisce dove si stia andando a parare! L'unico chiaro messaggio che mi rimane è un'dea di fondo, che non condivido, per cui la forma della città (la sua morfologia) riflette pianamente i suoi abitanti, o le storture del collettivo di abitanti. Non credo che lo zio assassino di Avetrana sia il prodotto di una periferia slabbrata: c'è da capire quanto, della sua colpa, sia da spartire tra il contesto e la persona in sé. Gli omicidi e le violenze domestiche maturano anche in città... Il grattacielo è il simbolo di New York ma non credo si possa imputare ai grattacieli l'esaurimento nervoso o la disperazione dei suoi abitanti, se non come sfondo, molto più lontano del lavoro, famiglia, casa, eccetera. Non tutti i neworkesi abitano nei grattacieli! Insomma, ho l'impressione che si mettano sul tappeto tanti grandi e difficili argomenti, senza avere le capacità di manovrarli all'interno di un discorso coerente. Non me ne voglia Nicola Perchiazzi, per me le critiche sono sempre momenti di crescita.emanuele papahttps://www.blogger.com/profile/12638867363244407921noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-32483120438659810312010-10-11T10:27:06.205+02:002010-10-11T10:27:06.205+02:00"Dietro il numero c'è Dio". Sì, la f..."Dietro il numero c'è Dio". Sì, la frase è un po' criptica... Da un lato è un 'espediente' per chiosare il tutto, d'altro canto suggerisce l'idea che nella città, come nella natura, vi è un ordine intrinseco, un determinismo di fondo che ne 'regola' la costruzione, pur non dovendosi tralasciare l'idea del caso. Insomma, c'è il numero 'razionale', cioè il 'chosmos' (l''ordine' divino - e l'uomo, come 'imago dei', tende, anche inconsciamente', a 'costruirlo'), e c'è il numero 'irrazionale', cioè il 'chaos' (il dis-ordine dia-bolico: il 'simbolo' unisce, il 'diavolo' divide) e l'uomo, come essere 'libero' (o 'servo'?), tende anch'egli a costruirlo (o de-costruirlo? D'altronde, Deus inversus est Daemon). In ogni caso... dal caos la stella danzante.<br />Nicola Perchiazzi<br />P. S. A proposito di 'caso' (ma il caso è il modo con cui Dio si manifesta quando non vuole essere riconosciuto): il mio post è stato pubblicato appena dopo il caos mediatico e umano di Sarah e Avetrana (ma so che la sua pubblicazione era prevista prima): "La metropoli del denaro e di Mammona versus la campagna del baratto (e della mamma, quella con le tette gonfie di latte). Ma anche lo sfilacciamento del tessuto comunitario – altro che manna – a vantaggio della scolorita ‘stoffa’ periurbana (le periferie anonime e suicido-file, ipermercati inclusi, per quanto architettonicamente ben disegnati). Luoghi, non-luoghi? Vita, non-vita? Il bello non ha prezzo..." Avetrana, segno di "luogo non-luogo", di tessuti familiari pieni di 'trame' e 'orditi', ma anche con tentativi di riscatto sociale e individuale.<br />In ogni caso, tornando alla città e alla metropoli, e al suo 'appeal', c'è anche da considerare che, malgré tout: “New York é una città brutta e sporca. Il suo clima é indecente. Le sue strategie politiche terrorizzerebbero qualsiasi bambino. Il suo traffico é una follia. La sua competitività é micidiale. Ma su una questione non vi sono dubbi: dopo essere vissuti a New York, dopo aver fatto della città la vostra casa, nessun altro luogo potrà più reggere il confronto.”dal caos la stella danzantehttp://stelladanzante-nike.blogspot.com/noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-14706157615525515802010-10-11T08:52:19.075+02:002010-10-11T08:52:19.075+02:00Nicola,
con una doppia lettura ho compreso tutto....Nicola, <br />con una doppia lettura ho compreso tutto. <br />Ciò che non ho afferrato è l’epilogo: «dietro il numero c’è Dio…»<br />Saluti, <br />Salvatore D’AgostinoSalvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.com