tag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post1722846568065060437..comments2024-03-03T21:03:22.671+01:00Comments on WILFING ARCHITETTURA: 0030 [SPECULAZIONE] L'architettura di Franco La CeclaSalvatore D'Agostinohttp://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comBlogger35125tag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-56952081444748119052016-06-08T12:11:54.355+02:002016-06-08T12:11:54.355+02:00....segue
“Una popolazione transnazionale che non .......segue<br />“Una popolazione transnazionale che non abita i non luoghi ma che vive il non luogo, per essere più chiari, che hanno un’identità e senso civico globale e vivono il pianeta terra non in un luogo specifico ma nella sua interezza.”<br /><br />Il concetto centrale, per quello che ricordo, espresso nel 1992 da Marc Augé, probabilmente imperfetto ma sicuramente non banalizzabile o bislacco visto che è tuttora un testo fondamentale in qualunque università del mondo, era quello del distinguere gli spazi tra quelli realmente vissuti, spazi antropologici, con storia ed elementi di democrazia da quelli esclusivamente di fruizione temporanea, astorici, destinati allo svago vacuo, allo spostamento ed alla mercificazione.<br />La mia impressione è che su queste pagine venga fatto uno stravolgimento dei significati che non capisco come possa portare a rapportarsi con l'architettura transnazionale e vivere felici.<br /><br />Non voglio dilungarmi ulteriormente e spero di essere riuscito a spiegare in qualche modo il mio pensiero nonostante non mi sia mai interessato troppo adargomenti qui centrali come il “Linguaggio dell'architettura” o le “Tecniche di rappresentazione”.<br />Mia intenzione è anche quella di farlo in maniera comunque propositiva, aggiungendo possibili spunti di riflessione<br />pur utilizzando un approccio che non nego essere dissidente ed a tratti "irrispettoso" nei confronti di che qui scrive.<br /> SalutiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-66047792804850423882016-06-08T12:11:24.874+02:002016-06-08T12:11:24.874+02:00Letta l'intervista proseguo nella lettura dei ...Letta l'intervista proseguo nella lettura dei commenti dove fior fiore di architetti distruggono il povero La Cecla sbeffeggiandolo ed invitandolo a prendere una cazzuola in mano e dimostrando in più di uno (mi sembra che solo uno lo dichiari sfacciatamente) di non aver nemmeno letto il libro (eccezion fatta per un intelligente e garbato commento di una lettrice che fa notare come il pensiero di La Cecla non cada dalle nuvole ma come sia inseribile in un contesto teorico pratico che vede nell'architettura partecipata, nell'autocostruzione e nel riuso l'elemento centrale per poter pensare lo spazio in maniera democratica e giusta.)<br />In un commento sulla pagina facebook si dice:<br />“Aggiungerei poi che l'inutilità eventuale dipende dalla committenza e l'architetto lavora per chi lo paga, non per gli ideali o per il partito.”<br />La frase il lavoratore x (architetto, cameriere, soldato , maestro) utilizzata per scaricare responsabilità delle proprie azioni su chi ci chiede o impone di farle mi ha sempre fatto perdere la calma. Provo a mantenerla e nonostante sia letteralmente rimasto esterrefatto da tutto ciò e passo alla lettura di altri articoli.<br /><br />Lo stordimento continua, la vastità delle tematiche toccate è incredibile, si ha quasi la sensazione di trovarsi a confronto con l'intero scibile umano. Fantascienza, Filosofia, Urbanistica, Musica, Sociologia, Artigianato, Nuove Tecnologie, di tutto e di più. Riconosco in tutto ciò un impegno e delle qualità enormi in chi si dedica alla gestione di queste pagine, e trovo che l'approccio multidisciplinare sia encomiabile.<br />Ma molte cose non mi tornano, dei riferimenti non mi quadrano, noto delle inesattezze ai miei occhi grossolane.<br />Mi sento comunque in difficoltà nell'affrontare tanta vastità e decido così di proseguire nella lettura di cose a me più vicine per permettermi di capire prima che di giudicare.<br /><br />Nel definire il titolo del nuovo articolo che mi appresto a leggero utilizzo un termine a mio parere utilizzato in maniera poco adatta dall'autore di questo blog riferendosi al testo Non Luoghi di Marc Augé: bislacco.<br />“Come leggere l'architettura transnazionale e vivere felici”.<br />Si parte indicando come linea guida di questo articolo il pensiero del sociologo Leslie Sklair e si tira in ballo la TCC.<br />Sklair (basta utilizzare wikipedia e non avere una laurea in architettura o sociologia) è uno studioso che, semplificando, si potrebbe forse definire neo gramsciano o che comunque si muove in un terreno teorico che continua a fare riferimento al pensiero ed alle tesi di Marx per leggere ed interpretare le dinamiche sociali ed economiche.<br />La sua Transnational Capitalist Class è quindi chiaramente quella classe di burocrati, uomini d'affari, dirigenti e professionisti (anche architetti) che collaborano per curare i propri interessi e consolidare il proprio potere.<br />Questo loro agire non ha più un radicamento territoriale ottocentesco bensì è il mondo intero. Questo è il loro vivere globale.<br />Siamo al ABC di qualunque scienza sociale od economica contemporanea.<br />Ribadisco che non sono un esperto, le mie nozioni sono basilari, insufficienti e frutto di letture da autodidatta.<br />Bene.<br />A questo punto si fanno varie piroette linguistiche, si stravolgono significati essenziali, ed il TCC diventa prima un generico abitante della contemporaneità (perché internet, cervelli in fuga, gli aerei, gli annullamenti delle distanze fisiche etc.etc,) e poi diventa di colpo il mega architetto.<br />Copio ed incollo dal testo: <br /><br /><br /><br />Saluti<br />Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-51235312755483394002016-06-08T12:09:03.521+02:002016-06-08T12:09:03.521+02:00Trovandomi tra le mani il numero di Internazionale...Trovandomi tra le mani il numero di Internazionale 6/ 12 maggio mi imbatto in un ampio articolo dal titolo:<br /> Il Louvre arriva ad Abu Dhabi<br />Nell'articolo, ben fatto, vengono prese in considerazione i vari aspetti di un simile progetto.<br />Quello culturale, quello economico, quello architettonico, quello sociale e quello politico.<br />Tra le varie questioni prese in esame si trova notizia dei 440 milioni di euro spesi solo per la concessione trentennale del celebre “brand” museale parigino ed ovviamente delle condizioni disumane dei lavoratori impiegati nella costruzione di questo tipo di opere e dei possibili futuri fruitori di questa struttura (le elite economiche e culturali transnazionali e non gli i popoli asiatici).<br />Lascio a chi è interessato la lettura di quest'articolo.<br />Questa mia era semplicemente una premessa per spiegare come mai mi trovo su questo blog e mi accingo ad aggiungere un mio commento su alcune questioni qui trattate.<br />Facendo un ulteriore passo indietro preciso di aver, nel passato, frequentato, per tanti, troppi anni, la facoltà di Architettura di Roma e di aver studiato per poco, troppo tempo, certe tematiche.<br />Sporadicamente mi viene la curiosità di “informarmi” su che tipo di dibattito ci sia oggi in Italia sulle questioni delle grandi opere, museali e non e sull'annosa questione delle archistar.<br />Chiedo ad un mio caro amico architetto di consigliarmi un blog dove poter leggere qualcosa e mi vengono consigliate queste pagine.<br />Mi sono così immerso, ed un po' perso, nei tanti articoli pubblicati e nei quali, effettivamente, vengono toccati molti dei punti che reputo salienti legati alle questioni del progettare e dell'abitare.<br /><br />Provo a dare un'inizio ed una struttura alle mie conseguenti riflessioni.<br />Parto dall'articolo intervista a Franco La Cecla che tanto seguito ha ottenuto su queste pagine (è qui che posiziono il mio commento anche se in seguito toccherò anche qualche altra questione).<br />L'intervista prende spunto dalla pubblicazione nel 2008 del testo “Contro l'architettura”<br />Ho letto questo libro qualche anno fa e mi piacque molto. Come molto avevo apprezzato altri scritti del medesimo autore che circolavano con molta frequenza tra noi studenti di architettura, e non solo, negli anni '90.<br />L'intervista parte nell'introduzione con una velata critica al testo. Critica che si inspessisce drasticamente nel momento di porre la prima domanda.<br />Secca e brutale direi io.<br />Cito testualmente.<br />“Il titolo sminuisce l'importanza delle tue esperienze. Perché questo titolo modaiolo? “<br />Va da se che si sarebbe infastidito anche quel bravuomo di San Francesco appena rientrato da una piacevole passeggiata con delle amorevoli bestiole.<br />Il buon La Cecla ribatte un po' piccato di essere felicissimo della scelta del titolo e tira in ballo tra le altre cose “La Società dello spettacolo “ di Guy Debord come idea/esempio di quella socialità che anche gli architetti hanno contribuito a costruire come invito a “parlare d'altro”.<br />Segue un dibattito un po' sterile e fatto di contrapposizioni partendo dalla richiesta non accolta dell'intervistato.<br />Si prova ad imporre una visione “riformista” della disciplina quando il pensiero di La Cecla spinge chiaramente verso una radicale trasformazione.<br />Nessun cenno ai vari capitoli del libro dove vengono affrontate questioni interessanti, per esempio il capitolo sulla Barcellona delle grandi trasformazioni urbane che si contrappongono alle abitudini di vivere gli spazi dei cittadini. <br /><br />“Qui non può più nascere letteratura ma solo slogan per surgelati”<br />- Manuel Vazquez Montalban <br />segue...Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-68939750083607546602013-07-30T17:44:34.285+02:002013-07-30T17:44:34.285+02:00Stefano Nicita,
l’impressione è errata niente a ch...Stefano Nicita,<br />l’impressione è errata niente a che vedere con Wolfe o Portoghesi; La Cecla non critica ma analizza, facendo ‘mente locale’ (come definisce il suo metodo di analisi antropologica), il trend sempre più esasperato di un’architettura marketing.<br /><br />Ti consiglio di leggere il libro perché la Cecla non è superficiale, non sempre le sue idee sono condivisibili, ma l’attacco contro una deriva architettonica iconica che si prende solo cura più di un marchio, dimenticandosi dell’urbanità, non può essere trascurato.<br /><br />Hai ragione, l’architetto lavora per chi lo paga, ma ha la libertà di non sottomettersi alle logiche di merchandising, in sostanza, di non diventare <a href="http://wilfingarchitettura.blogspot.it/2012/02/0007-squola-lavvocato-del-diavolo.html#.UffdYdJM-cw" rel="nofollow">‘L’avvocato del diavolo’</a> come sosteneva qualche anno fa: Manfredo Tafuri.<br /><br />Salvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-45973168097836149072013-07-30T17:20:29.846+02:002013-07-30T17:20:29.846+02:00Uno dei libri più critici in questo senso è Contro...<a href="http://dovelarchitetturaitaliana.blogspot.it/2013/07/le-colpe-degli-architetti.html?m=1" rel="nofollow">Uno dei libri più critici in questo senso è Contro l'architettura di Franco La Cecla di cui ho scoperto e letto recentemente un'intervista sul blog Wilfing architettura di Salvatore D'Agostino.</a>Pingback:noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-6454707354749898602013-07-11T10:30:29.867+02:002013-07-11T10:30:29.867+02:00Premetto che non ho ancora letto il libro di La Ce...Premetto che non ho ancora letto il libro di La Cecla, ma mi incuriosisce, anche se la mia impressione è che sia una riedizione di Maledetti architetti di Tom Wolfe e di Dopo l'architettura moderna di Paolo Portoghesi, con la differenza che invece di criticare i grandi moderni, critica i contemporanei.<br />Leggo nella scheda del libro: "Mai come adesso l’architettura è di moda... Eppure mai come adesso l’architettura è lontana dall’interesse pubblico, incide poco e male sul miglioramento della vita della gente."<br />Sono perfettamente d'accordo sull'autoreferenzialità di molte architetture contemporanee, ma lo sono molto poco sulla teoria della loro inutilità. Mi meraviglia che un "sopralluoghista" (bellissima a proposito la definizione) tratti in maniera così superficiale il tema del rapporto delle nuove architetture, che sono poi quasi sempre nuovi servizi, con la città e i suoi abitanti. Aggiuingerei poi che l'inutilità eventuale dipende dalla committenza e l'architetto lavora per chi lo paga, non per gli ideali o per il partito.Stefano Nicitahttps://www.blogger.com/profile/18147352442995870690noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-52974676302634794852013-01-05T11:37:30.744+01:002013-01-05T11:37:30.744+01:00Spirito libero,
condivido la tua considerazione fi...Spirito libero,<br />condivido la tua considerazione finale.<br />L’idea di città come ‘scienza urbana’ ovvero la nascita della parola ‘urbanistica’ in Italia va declinata con le forti spinte’estetiche borghesi’ che hanno impedito uno sviluppo sano delle città contemporanee.<br /><br />Saluti,<br />Salvatore D’Agostino<br />Salvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-29554131018071333192013-01-03T17:36:01.144+01:002013-01-03T17:36:01.144+01:00Salvatore, concordo su tutto. Purtroppo, non so al...Salvatore, concordo su tutto. Purtroppo, non so altrove, ma almeno fino a ieri, che poi sarebbe fino ad ottobre, nella mia facoltà c'è ancora chi insegna l'urbanistica della zonizzazione, con tanto di separazioni nette fra zone anche se con qualche spiraglio di 'unità di vicinato'. Nel laboratorio di urbanistica, per la realizzazione del piano urbanistico di un comune di max 10.000 abitanti, le aree verdi rientranti nel canonici 18 mq/ab di attrezzature, venivano messe nei vuoti lasciati dagli edifici, negli spazi di risulta, nelle terre di nessuno. Seppur nella necessaria semplificazione didattica, l'idea di 'rattoppare' le lacune edilizie con il verde, è purtroppo passata come fare lecito ed in pochi si sono posti il dubbio sulla sua validità, perché le idee di città A e città B1, B2, C1, C2, D, ecc. sembravano le uniche valide in quanto ferocemente e superficialmente applicate nelle nostre città e anche perché si lottava per il voto finale. Io il dubbio me lo sono posto e speravo che se lo ponesse qualcun altro, ma così non è stato. L'idea della periferia con la gente perbene a confine con i 'malamenti', i centri storici con i vecchi e i 'marrucchini', è continuo argomento di quella retorica politica che ha creato quelle definizioni e ne continua a sfornare altri. A Caserta c'è chi parla di 'mobilità debole' intendendo non 'queipoverinidiversamenteabili', ma le persone sulla sedia a rotelle, quelli con il bastone, i bambini e le loro mamme che vanno a scuola (non i papà o chi preferisce usare le gambe piuttosto che un mezzo). Categorie su categorie per parlare della stessa cosa senza comprendere o voler comprendere che il problema non è la mobilità in sé, ma le leggi e la mentalità che pretendono di governarla.spiritoarchitettonicoliberohttps://www.blogger.com/profile/05433484575429377998noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-79990335010948714582013-01-03T09:03:59.886+01:002013-01-03T09:03:59.886+01:00Paolo Carli Moretti e Francesco Alois,
una delle m...Paolo Carli Moretti e Francesco Alois,<br />una delle matrici culturali che hanno causato questo divario semantico tra città ‘A’ e città ‘altra’ è stata il concepimento del moderno come in ‘discontinuità storica’. Un dibattito molto ‘borghese’ che ha limato la nostra ‘moderna’ legge urbanistica del 42 in una legge all'italiana del ni o dell’inciucio.<br />Creando in realtà due città ‘i nuclei storici’ e ‘i nuclei moderni’ in antitesi e non in un naturale dialogo evolutivo ‘storico’.<br />Nella realtà non abbiamo mai avuto una legge urbanistica dai canoni ‘moderni’.<br /><br />Saluti,<br />Salvatore D’Agostino<br />Salvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-51441938110144112102012-12-16T16:40:48.192+01:002012-12-16T16:40:48.192+01:00Quello che volevo dire però, per chiarezza, è che ...Quello che volevo dire però, per chiarezza, è che è vero si tratti della sola strategia possibile di rilancio per le costruzioni, sono assolutamente d'accordo, e appassionato :-) ma ciò che glielo impedisce, da quel poco che ho modo di vedere io dalla mia piccola bottega di provincia, sono proprio le degenerazioni ideologiche con cui sono state applicate le fondamenta culturali di quegli anni...Paolo Carli Morettinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-23001398857535444432012-12-16T15:43:30.478+01:002012-12-16T15:43:30.478+01:00Il centro storico, ammesso che esista (in realtà e...Il centro storico, ammesso che esista (in realtà esiste solo nei regolamenti comunali e nelle leggi regionali), non va tutelato o salvato, ma ricongiunto con la città perché è città esso stesso, non un elemento astruso o un povero vecchio a cui regalare il bastone.Francesco Aloishttp://spiritoarchitettonicolibero.blogspot.it/noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-19118055073026020912012-12-16T15:15:54.909+01:002012-12-16T15:15:54.909+01:00Quella cultura ha creato la museificazione dei sto...Quella cultura ha creato la museificazione dei storici, delle cose di valore e di quelle prive di valore, l'idea era che andasse tutelato l'insieme... Ma questo ha creato un totale immobilismo e il congelamento dello stato di fatto, salvo le eccezioni Benetton o Zara, a cui è stranamente consentito tutto... I Rue sovrappongono retini a casaccio guardando un prospetto senza valutare le decine di trasformazioni subite da quegli edifici all'interno... Il risultato oggi sono i centri storici degradati (perché nessuno investe senza prospettive di reddito) sono i centri commerciali nelle periferie (perché è impossibile adeguare i centri con servizi e parcheggi)... Ricordo un progetto di siza per il casinò Salisburgo in cui in quegli anni sventrava il tetto e l'interno di una preesistenza per infilarci un ascensore panoramico che collegava le diverse quote del centro e del casinò in netta polemica con quella filosofia... Se li vogliamo salvare secondo me li dobbiamo togliere dalle mani dei bigotti borghesi e conservatori... Oppure fare come Terragni al novocomum :-)Paolo Carli Morettinoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-59871604452920749262012-12-16T09:13:05.813+01:002012-12-16T09:13:05.813+01:00Pubblico una mail del 23 gennaio del 2010:
Caro S...Pubblico una mail del 23 gennaio del 2010:<br /><br />Caro Salvatore,<br />sono capitata sul tuo blog proprio wilfing, mentre seguivo le tracce dei commenti al libro di La Cecla contro l'architettura.<br />Volevo solo ricordare che c'è stato un momento in cui nella cultura italiana c'era, vivace, una corrente (minoritaria e sbeffeggiata) urbanistico-architettonica che aveva riconosciuto nel recupero, nella riqualificazione del costruito (le "risorse edificate\") una strategia di buon operare per il settore edilizio e (anche) di "redenzione" della professione di architetto: invitava a risparmiare territorio, usare al meglio le risorse esistenti, combattere lo spreco edilizio del patrimonio tenuto sfitto, tutelare e salvaguardare il patrimonio culturale dei centri storici attraverso interventi di recupero diffuso, attento, mirato, partecipato. Erano gli anni '70, forse appartieni a una generazione che non li ha vissuti; c'era l'ANCSA che proclamava (nel '71) che i centri storici erano beni economici e culturali insieme, che la questione urbana e la salvaguardia del territorio erano soprattutto un problema di redistribuzione più equa delle risorse; c'erano riviste come Città Classe e Recuperare. Inoltre l'Agenda21 per l'architettura sostenibile ha proclamato che il riuso edilizio è la sola strategia sostenibile per il settore delle costruzioni, ma la cultura degli architetti preferisce ancora baloccarsi con problemi di packaging.<br />Concludo: grazie per il tuo prezioso blog che frequenterò spesso e che aggiungo con piacere alla mia piccola lista di resistenti umani (per citare lo slogan della della rivista Cuore, un po' di anni fa) che amano l'ambiente costruito.<br /><br />Con molta stima, ti mando i miei saluti più cordiali<br /><br />CAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-62829674057211295332009-04-14T16:40:00.000+02:002009-04-14T16:40:00.000+02:00---> Paolo Mancini,
ha postato quest'interv...---> Paolo Mancini,<br />ha postato quest'intervista sul suo blog ecco il link ---> http://ilparallelografo.ilcannocchiale.it/post/2205720.html<br />Altri punti di vista.<br />Grazie e un saluto,<br />Salvatore D'AgostinoSalvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-81522049421186803462009-03-28T23:36:00.000+01:002009-03-28T23:36:00.000+01:00---> Marco +,andrò a leggere la risposta di Pej...---> Marco +,<BR/>andrò a leggere la risposta di Peja. Il libro pone delle domande ma anche suggerisce delle modalità di approccio interdisciplinare per aiutare il processo progettuale degli architetti. Le sue esperienze a New York, Barcellona e Tirana sono da leggere.<BR/>Ecco perché consigli agli architetti.<BR/>Saluti,<BR/>Salvatore D’AgostinoSalvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-54653754825682757832009-03-28T23:29:00.000+01:002009-03-28T23:29:00.000+01:00---> Maurizio,suggerimento accolto.Saluti,Salva...---> Maurizio,<BR/>suggerimento accolto.<BR/>Saluti,<BR/>Salvatore D’AgostinoSalvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-64683529395465366882009-03-28T23:27:00.000+01:002009-03-28T23:27:00.000+01:00---> Peja,La Cecla nell’intervista pone due int...---> Peja,<BR/>La Cecla nell’intervista pone due interessanti temi ‘l’architettura non si critica ma si elogia’ e che ‘la crisi non aiuterà di certo i piccoli architetti’.<BR/>L’architettura mediatica si è dimenticata d’indagare la vera complessità delle città e costruisce pezzi unici per le sfilate stagionali delle riviste patinate e del potere politico.<BR/>Qui nasce il cortocircuito dell’architettura mediatica e da qui bisogna ripartire per non confondere ReggioCalabria con Abu Dhabi.<BR/>Il buco teorico per me è una voragine.<BR/>Grazie e a presto,<BR/>Salvatore D’AgostinoSalvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-77711324987360447232009-03-27T22:21:00.000+01:002009-03-27T22:21:00.000+01:00Emmanuele e Salvatore... bravi! Ho letto con piace...Emmanuele e Salvatore... bravi! Ho letto con piacere le vostre angolature su Franco La Cecla... e non ho argomentazioni profonde da confrontare... qualche tempo fa casualmente avevo visto questo archietto, che ha smesso di fare l'architetto, ospite di un TG nazionale, quelli dove ti fanno due tre domande in pochi minuti, e la cosa mi aveva molto incuriosito... questo tizio parlava di certa architettura troppo presente nei media (tv riviste) di moda... ho pensato: però ...zo anche lui va in tv... puzza al naso? mah. Poi ho pensato: ci sono riusciti bastardi, mi avete indotto a comprare il libro. Non ho capacità recensorie, però questo libro l'ho letto (quasi tutto) e al contrario di altri, ero sereno e non particolarmente irritato... ho capito che mi offriva punti di vista diversi, chiavi di lettura insolite... mi è parso già qualcosa! ogni tanto ributto l'occhio, così per condividere...<BR/>ciao a tutti, marco+ (sperimento una iperattività di stupidi byte nel web, e lascio lo stesso commento su due blog!)marco+http://www.oplapiu.splinder.comnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-10931910553022029002009-03-27T17:26:00.000+01:002009-03-27T17:26:00.000+01:00Ho finalmente capito! dato che in questo blog, Koo...Ho finalmente capito! dato che in questo blog, Koolhaas anzi, Rem, ve lo fumate, Renzo lo bevete piano come aperitivo ...caro Salvatore, t'invito a cercare lupini in val di noto di passagio sulla lapa di La Cecla da val di mazara dove visitare Salemi di Sgarbi!bon voyage!maurizio zappalàhttps://www.blogger.com/profile/02966177389940089830noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-28639716435027191402009-03-27T16:56:00.000+01:002009-03-27T16:56:00.000+01:00Caro Salvatore,Prima di tutto complimenti per l'in...Caro Salvatore,<BR/>Prima di tutto complimenti per l'intervista che mi appare veramente notevole. Su La Cecla, hai potutto leggere, il mio interesse è grande, anche perchè grande è stata la sua influenza negli ultimi mesi. Non condivido molto alcune tematiche, perchè secondo me ci sono vistosi vizi di fondo che pregiudicano il resto. Sulla medialità dell'architettura non sono daccordo: sono i media che hanno reso tale l'architettura, non l'incontrario. C'è molta confusione sul come veniva concepita la periferia durante il razionalismo, ed oggi durante il tardo post-moderno. Questa continuità a parer mio è molto labile, ma si continua a sbagliare proprio su questo. Il fatto che oggi si perpetuano errori di ieri non deriva dalla medialità dell'architettura, ma da alcune ideologie perpetuate. Se la strada che cita non gli piace, il problema è dei singoli architetti poco delicati. Se i singoli architetti sono incompetenti, deriva dalla loro formazione. Questa assenza di formazione deriva a sua volta da un buco teorico, di cui parla anche La Cecla, e che mi trova incredibilmente daccordo. Sul nome mi trovi assai daccordo, è molto divertente la prospettiva toponomastica che poni e la condivido. Però credo che il malinteso prima descritto, deficita molto il testo.<BR/>A proposito di Renzo Piano, il suo intervento a Roma a me appare molto mediatico, anche perchè sfruttato politicamente, ma non mi sento di dire che Renzo Piano sia un'autore grossolanamente autoreferenziale, anzi. Stare quì a snocciolare nomi ed esempi non sarebbe comunque produttivo, penso di essermi chiarito!<BR/>A presto carissimo, spero che riesci a mantenere il ritmo di quest'ultimo tuo post!Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-28193762953698449332009-03-27T16:37:00.000+01:002009-03-27T16:37:00.000+01:00---> Maurizio,La lapa è lapa, come una mangiata...---> Maurizio,<BR/>La lapa è lapa, come una mangiata di fave dalle mie parte e un selz-e-limone a Catania.<BR/>T’inserisco nella lista dei miei invitati, però vieni senza Kimono mi raccomando!<BR/>Saluti,<BR/>Salvatore D’AgostinoSalvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-88586324988330518092009-03-27T16:20:00.000+01:002009-03-27T16:20:00.000+01:00Certo che ti trovo più strano del mio previsto, ca...Certo che ti trovo più strano del mio previsto, caro Salvatore! Ha ragione Pietro, che ringrazio per la sua opposizioni (e gli ricordo la mia doppia natura nippo-sicula...per cui "non iucari troppo co' pupu"!...)sempre corretta!Com me, hai provato lievemente la difesa di La Cecla che non ha bisogno di essere difeso! Tirando fuori luogo "name-dropping" libreschi e dopo m'inviti sulla Lapa? Ma con grande piacere! Quando vuoi! Se la mia conoscenza della geografia non vacilla, facciamo parte della stessa vallata? quindi, a disposizione! Fave, selz-e-limone e rock and roll.maurizio zappalàhttps://www.blogger.com/profile/02966177389940089830noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-76322618094601752172009-03-27T15:15:00.000+01:002009-03-27T15:15:00.000+01:00---> Parallelografo,decisamente si, ho tentato ...---> Parallelografo,<BR/>decisamente si, ho tentato di argomentare il suo libro,ma lui ha risposto come se parlasse ad un giornalista di TG popolare, per ‘frasi fatte’ e ‘invettive facili’. Il mio ruolo, in questo caso, è stato di porre delle domande, ma forse queste sono risultate sbagliate.<BR/>Comunque il libro non è così banale e non è vero che le sue tesi non siano documentate.<BR/>Su ‘Mies’ non ho potuto approfondire, ma a mio avviso è un argomento marginale come la recensione letta su Abitare, mi sembra che parlino di nulla.<BR/>Condivido la tua chiosa finale sull’atteggiamento radical-chic della sinistra ormai insopportabile.<BR/>Saluti,<BR/>Salvatore D’AgostinoSalvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-76992042287905762932009-03-27T15:13:00.000+01:002009-03-27T15:13:00.000+01:00----> Maurizio,complimenti per le tue relazioni...----> Maurizio,<BR/>complimenti per le tue relazioni, ti volevo proporre di scambiare Franco La Cecla e Melo Minnella, La Lapa 50 anni su 3 ruote, Edizioni Guida, 1998, ma evito perché non mi è stato neppure omaggiato.<BR/>Comunque per agevolare i nostri scambi, posso sempre passare nella tua ‘nera’ Catania, certo, credo che sarà molto difficile che tu possa venire, per una mangiata di fave, nel mio piccolo paese della Val Demone di poca architettura e di molto cemento.<BR/>Saluti,<BR/>Salvatore D’AgostinoSalvatore D'Agostinohttps://www.blogger.com/profile/08272801306639580484noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-809768950812206166.post-40378104577147424362009-03-27T12:32:00.000+01:002009-03-27T12:32:00.000+01:00Caro Salvatore,non ti pare che FLC ti abbia rispos...Caro Salvatore,<BR/>non ti pare che FLC ti abbia risposto in maniera spocchiosa alle tue domande sul libro?<BR/>come al solito, quando si entra nel vivo delle questioni sul contemporaneo e sulla cultura di chi opera nel contemporaneo, è molto facile sparare a zero sui volti noti, anzi meglio se arcinoti.<BR/>Mi pare poi che la sufficienza con cui si evita di rispondere rimandando ad un salto culturale che il mondo professionale architettonico non possiede più (e di cui lui è invece il depositario) sia l'evidenza che ormai nella comunicazione lo "sgarbismo" premi in maniera maggiore rispetto a ragionate e ponderate e documentate risposte. e dove dovrei trovarle quelle risposte? nel suo libro? ma se è un continuum di sparate e poco documentate risposte. e dove si cerca la soluzione al problema? in altri progetti. come a dire l'architettura è il problema, ma l'architettura è la soluzione.<BR/>infine le sparate da novello franceschini sono piuttosto sgradevoli.<BR/>non perchè non abbiano fondamento. figuriamoci. ognuno è libero di pensarla come vuole.<BR/>ma nei meriti sarebbe auspicabile una critica fondata e non liquidata da un'aggettivazione ("commercianti di spazzole").<BR/>oppure il rimandare alla lettura di libri particolari e di dubbio fondamento scientifico per aver difeso l'onestà intelletuale di un Mies. e quel libro invece cosa sarebbe? verità rivelata?<BR/>oppure l'affondo su Irace.<BR/>risposte da talkshow televisivo in fascia pomeridiana.<BR/><BR/>dalla tua intervista capisco molte cose.<BR/>che un atteggiamento radical-chic non ha mai lasciato la presunta intellighentia di sinistra.<BR/>e ciò lo avvicina molto al Gregotti. un degno figlio, che come ogni figlio astioso non disdegna di parlar male del proprio padre.<BR/><BR/>un saluto<BR/>il parallelografo.paolohttps://www.blogger.com/profile/16662502653972421588noreply@blogger.com