22 marzo 2012

0012 [POINTS DE VUE] Salvatore Gozzo | Overspeed

di Salvatore D’Agostino

Lo scorso 10 marzo un overspeed ha causato l’incagliamento della nave petroliera Gelso M quando il suo comandante, nel tentativo di fronteggiare i marosi agitati da venti inconsueti, ne ha mandato il motore dell’elica fuori giri. La nave, senza forza motrice e spinta dalla mareggiata, si è arenata sugli scogli di pietra bianca di Siracusa, nei pressi di Capo Santa Panagia. Overspeed significa andare fuori giri, e succede quando si tenta di superare il limite massimo delle potenzialità di un motore. 

Overspeed è la forsennata corsa fuori giri dell’economia mondiale del nostro tempo che tenta di far viaggiare le merci oltre il limite. Ogni giorno, da diverse parti del globo, assistiamo a comandanti dell’economia che lasciano la riva consapevoli di dover lottare contro l’evitabile tempesta e dover sfidare un possibile naufragio. 

Overspeed è la metafora dei cacciatori di disgrazia dei post disastri che nel caos delle scelte spesso prese di fretta e senza competenza tecnica, lucrano sull’inefficienza delle decisioni politiche. 

Overspeed è il nostro mondo mediatico che decide secondo il grado di viralità dell'informazione dove accendere o spegnere i riflettori. 

Overspeed è il reportage fotografico che il 15 marzo Salvatore Gozzo ha realizzato intorno alla costa siracusana che in questi giorni comincia a riflettere i primi raggi della primavera, e dove lentamente il Gelso M. sembra assumere i colori di un involontario monumento del nostro tempo.


15 marzo 2012

0008 [SQUOLA] Mario Fiorentino: Corviale un edificio romano

La parola scuola è spesso un inciampo, il suo suono trae in inganno.
Non di rado viene scritta sbagliata.
Squola è un errore ed è il nome di questa rubrica.
di Salvatore D’Agostino 

La possibilità di vedere questo riversaggio video si deve all’intuizione dello storico e critico dell’arte Eugenio Battisti* che, intorno la metà degli anni settanta, affascinato dall’organizzazione dei campus statunitensi chiese e ottenne di creare un Centro Audio Visivo nella nascente università di architettura calabrese, ma si deve anche alla flessibilità del neo formato di ripresa video U-Matic, il primo sistema di registrazione su nastro magnetico a cassetta; la U sintetizza graficamente le due bobine che trascinano il nastro. 
Il documento riversato in digitale, nella sua versione integrale, ci consente di ascoltare la descrizione dell’idea del progetto del Corviale dalla voce di uno dei suoi artefici principali l’architetto Mario Fiorentino. 
L’idea descritta s’inserisce nel dibattito del superamento degli schemi prettamente funzionalistici del movimento moderno e che negli anni sessanta fino all’ottanta in Italia vede contrapporsi movimenti di pensiero spesso antitetici. 

di Isidoro Pennisi 

Il testo qui presentato è la trascrizione di una ripresa video realizzata dal Centro Audio Visivo di ciò che, sino a quando nel 1982 non nacque l'Ateneo di Reggio Calabria, era lo IUSARC (Istituto Universitario Statale di Architettura). Una struttura Universitaria che aveva nello IUAV di Venezia il suo esatto omologo. Il Centro Audio Visivo, condotto da Celestino Soddu, nel contesto di una struttura universitaria di architettura posta nel meridione del Paese, aveva il compito di rendere culturalmente meno periferica la sede, attraverso una raccolta di materiale che un equipe appositamente predisposta e attrezzata andava a cogliere con le telecamere ed i microfoni lì dove avvenivano eventi distanti da Reggio Calabria ma importanti per la crescita culturale della sede e dei suoi studenti. Un materiale importante, raccolto nell'arco di circa dieci anni di attività, tra cui una serie di testimonianze come questo commento di Mario Fiorentino sul noto e discusso progetto di Corviale. Nel curarla e rileggerla, nello specifico, devo dire che ho trovato la conferma della superficialità con cui oggi trattiamo presente e passato e non solo della storia dell'Architettura. Un progetto, infatti, ha sempre un lato contingente, che ne sancisce la sua più o meno riuscita, ma ha anche un lato non contingente, in cui vengono messe alla prova metodologie e tecniche o affrontati temi inediti, che sono complessivamente la cifra che più dovrebbe interessare chi, come noi, continua ad occuparsi di architettura. Io credo che, in questo testo, vi sia esattamente un concentrato di questa cifra che, comunque la si pensi, è l'oggetto ed il lascito più importante di un qualsiasi progetto. Nello specifico, l’intervista fa parte di un materiale documentario prodotto in occasione della Mostra Architettura Italiana degli anni settanta, curata da Enrico Valeriani e Giovanna De Feo, ed esposta presso la Galleria di Arte Moderna di Roma e la Triennale di Milano nel 1981.



5 marzo 2012

0025 [A-B USO] I siciliani

di Salvatore D’Agostino 

   Il libro I siciliani o Les Siciliens fu pubblicato in Italia da Einaudi e in Francia da Denoël nel 1977. Raccoglie le fotografie del girovagare siciliano, dagli inizi degli anni sessanta fino al 1977, di Ferdinando Scianna. Foto semplici, quasi spontanee che rilevano un talento naturale, scatti che decretarono la sua fortuna poiché, grazie all’edizione francese, Cartier-Bresson lo volle tra i fotografi dell’agenzia fotografica Magnum la prima e la più importante al mondo.
   Il libro contiene una postfazione di Leonardo Sciascia che cristallizza alcune parole del suo paese Racalmuto come le foto di Scianna - secondo Sciascia - fanno con la Sicilia e una lunga prefazione dello scrittore francese Dominique Fernandez, dove la conoscenza dei testi della narrativa siciliana s’intreccia con le esperienze dei suoi viaggi in Sicilia.
   Dominique Fernandez, per descrivere un aspetto dei siciliani racconta un aneddoto, tratto dai Miti di Francesco Lanza, che ancora oggi ritrovo nel carattere dei siciliani e che potrebbe descrivere il tema di questa rubrica: 'A-B USO: l'utilizzo di A che si trasforma in B'. 
   Aneddoto che ho trascritto, inserendo parti di foto scansionate dal libro. 

Gibellina dopo il terremoto del 1969